12 Giugno 2014
CONTINUA IL CAMMINO PER LA TUTELA DEL MADE IN ITALY

Dopo quattro anni di dibattiti si conclude la querelle Ogm. L’Italia  è libera di non coltivarli come ha fatto fino ad ora. I ministri dell'ambiente dell'Ue hanno infatti preso questa decisione – commentano il presidente e il direttore della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione -   lasciando agli Stati membri la scelta di coltivare o di vietare  gli Ogm sul loro territorio. La procedura che potrà essere perfezionata nel semestre di presidenza italiana  dà il via ad una svolta profonda nel quadro normativo europeo.
Per l’Italia e per la Sicilia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura  non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy. E del resto è impensabile che in una Regione leader per il paniere di produzioni uniche si vadano ad ipotizzare alternative non basate sulla tradizione e sulla qualità naturale - concludono.

Secondo una analisi della Coldiretti nell’Unione Europea  nonostante l’azione delle lobbies che producono Ogm,  nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810  piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962  ettari). Si tratta quindi di fatto di un unico Paese (la Spagna) dove si coltiva un unico prodotto (il mais MON810).